( nb. a votazione effettuata, verrete indirizzati nuovamente alla sezione delle Poesie in concorso. Grazie. )

FRA QUELLE FRONDE IN CUI S’IMPIGLIA IL CANTO
 
Grato d’olezzo il fieno a primavera,
fra azzurre trasparenze al dilagare
di vividi riflessi d’aure quiete
d’un cielo che s’accende di splendore.
Vedo sbocciar campanule sui prati
che speranzose di recar diletto,
all’occhio pronto a coglierne il colore,
san civettar persino con il sole.
Di quel fragor celeste ch’è la vita,
figlio del vento e pur dell’aria pura,
un uccellino dal capino nero
sogna cantando all’acqua fresca e chiara.
S’impigliano le note dei gorgheggi
tra fronde, bacche rosse e gelsomini
e danzano al respiro di quell’aria,
che vuol narrare al vento sol d’amore.
E ride il fiordaliso stretto al grano,
tra quel frinir di grilli e di cicale,
ma s’alza un vento gelido dal colle
che parla di paura e pur di morte.
Da quella fronda in cui s’impiglia il canto,
tuona il fucile nel forare il sole
e smette di sorridere quel grano,
mentre si sfoga in pianto il fiordaliso.
Solo il silenzio assorda tutto il prato,
non più del trillo m’è dato l’udire,
era un capino nero, era un incanto…
fra quelle fronde in cui s’impiglia il canto.